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Iron Maiden: London O2 Arena (5-6 agosto 2011) PDF Stampa E-mail
Venerdì 19 Agosto 2011 07:54 MaZZo   

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( 14 Voti )

Ultima frontiera, ultimo atto. Eccovi alcune foto (per guardarle dovete registrarvi gratuitamente al sito) e il reportage delle ultime due date del The Final Frontier World Tour tenutesi a Londra nella bellissima O2 Arena.
Buon divertimento!!!

Approdo a Londra con la certezza che aver organizzato un viaggio con moglie e figlio in corrispondenza di due concerti degli Iron Maiden sia stato un colpo strategico degno del miglior Napoleone. Londra è maledettamente grande, così grande da disperdere abilmente le truppe di fan sopraggiunte per gli appuntamenti londinesi della Vergine di Ferro.

Qualche maglietta tradisce comunque il fatto che i fan che sono sopraggiunti nella capitale britannica sono molti. Con Mazzo e Nick, ci avviciniamo all’O2. C’è un po’ di curiosità in noi nel vedere per la prima volta questa venue così prestigiosa. La ‘bubble’ come la chiamano gli inglesi è popolata di ristoranti, che offrono una comoda pausa pre-concerto alle giovani orde di fan maideniani. La qualità del cibo non è sempre eccellente, ancor più raro trovare un servizio degno di tal nome. Mi immagino che il corso per camerieri duri al massimo quindici minuti nella terra d’Albione. Una gradita divagazione prima dello show è la possibilità di fare le fotografie con l’Eddie gigante che compariva sul palco nel Somewhere Back In Time Tour. Mossa azzeccata per aumentare la soddisfazione dei tanti fan giunti da tutto il mondo. Abbiniamo a questo passatempo la visita al rinomato British Music Experience, una specie di museo del pop rock britannico dagli anni cinquanta ad oggi. Beh… sicuramente sono interessanti la quantità d’installazioni multimediali e interattive presenti nell’exhibition. Altrettanto interessante è la moltitudine di memorabilia presenti, mi limito però a rilevare che la connessione con l’hard rock e l’heavy metal è piuttosto scarna, tanto più pensando alle profonde radici che questo genera ha nel Regno Unito. La visita al BME è anche l’occasione per visitare l’anteprima del libro ‘ON BOARD FLIGHT 666’, l’atteso libro fotografico di John McMurtrie. La preview è limitata, ma di qualità notevole e incontriamo anche l’autore con cui scambiamo quattro parole (scoprendo delle impreviste connessioni tra la sua attività e le visite nella nostra penisola). Incontriamo anche alcuni vecchi e nuovi amici che arrivano dall’Italia apposta per vedere i Maiden. Perfetto! Poco dopo usciamo e ci imbattiamo in altri vecchi amici ‘di Maiden’ che arrivano da Svezia, Giappone, Grecia, Danimarca, …  Galattico!
Entriamo in modo ordinato, ma piuttosto rapido all’interno dell’O2 Arena, considerando che qualcosa dagli inglesi in fatto di organizzazione dei concerti l’abbiamo da imparare. All’interno, secondo la tradizione britannica, c’è poco lasciato all’improvvisazione. Ci si può collocare dove si desidera se si ha il biglietto per stare in piedi, limitatamente all’area sotto il palco, oppure si deve atterrare con precisione sulla propria sedia, se si ha il posto a sedere. L’O2 Arena in effetti è un posto molto bello per vedere i concerti rock. Volendo trovare una pecca, forse qualche centimetro in più nella larghezza delle sedie non avrebbe guastato. Il support act del 5/8 sono i Dragonforce. La band, composta da alcuni fanatici fan degli Iron Maiden, ha di recente perso il suo storico singer ed arruolato un nuovo giovanissimo cantante. Al novizio riconosciamo di certo notevoli doti canore (soprattutto sugli acuti), ma lo attendiamo alla prova discografica per giudicare se sia in grado di non far rimpiangere il suo predecessore. Gli Iron Maiden arrivano puntuali sul palco intorno alle 20.45. I nostri appaiono subito in gran forma e per chi li apprezzati negli show open-air dell’estate, il rivivere un maiden-show al chiuso rende certamente più godibile la qualità sonora del concerto. La band è piuttosto rilassata e dalle parole di Bruce traspare anche una certa emozione e una notevole soddisfazione. “Non è male registrare due sold out in quest’arena dopo quindici album” dichiara il singer. I suo compagni sono assolutamente all’altezza della situazione, con un Dave Murray veramente sugli scudi. I Maiden hanno smaltito alla perfezione le fatiche del tour mondiale ma ne respirano ancora l’aria, che ancora una volta li ha confermati come un act planetario. Bella la lunga introduzione che Bruce fa a ‘Blood Brothers’, in cui afferma che la grande famiglia Iron Maiden è “una chiesa per tutti le confessioni, per tutti i colori e per tutte le nazionalità”. Più ‘patriottica’ l’affermazione fatta qualche minuto prima, in cui gridava che “noi veniamo dalla Bretagna, o per dirla in un modo che adesso è fuori moda, dalla Gran Bretagna; non da un amalgama di pezzi di moccolo”. Sul filo della critica politica e dell’unione (inter)planetaria (non manca una riferimento agli jedi), lo show corre veloce verso il suo termine. ‘The Evil That Men Do’ ci regala una nuova passeggiata di Eddie, Iron Maiden ci regala un’ennesima uscita del grande Eddie di ‘The Final Frontier’. Il finale del set principale è rovente e si continua su livelli molto elevati anche nei bis: ‘The Number Of The Beast’ vede spuntare il ‘diavoletto incapronito’ che ci accompagna ormai da alcuni anni; ‘Hallowed Be Thy Name’ dà modo alla band di essudare gli ultimi litri disponibili; ‘Running Free’ permette a tutti di festeggiare la fine del penultimo capitolo del tour di ‘The Final Frontier’. Qualche momento di attesa e poi, per la delusione dei più speranzosi, parte il classico dei Monty Python.
Il secondo atto si apre precisamente alla stessa ora, il sabato sera successivo. Abbiamo ancora negli occhi la bella prestazione di ieri e gioiamo ancora una volta per la bella occasione (che si verifica ogni qualvolta suonano i Maiden) di incontrare tanti amici da ogni parte del mondo.
Il support act della seconda serata sono i Trivium. La robusta band statunitense fa il suo dovere, ma personalmente mi attrae meno dei Dragonforce (forse perché i Trivium me li ero già sorbiti di supporto ai Maiden in passato).
Ed è di nuovo ora di Iron Maiden. I nostri salgono sul palco puntualissimi e sembrano anche stasera in grande forma. Adrian sorride spessissimo, Janick non cessa mai di piroettare, Steve è scatenatissimo. Siamo sicuri che vogliano smettere qui il tour? Forse è meglio così. Dobbiamo conservarli per la prossima tournee… Bruce annuncia quanto molti volevano sentire “Molti hanno pensato che ‘The Final Frontier’ fosse il nostro ultimo album… Ha avuto un grande successo arrivando al primo posto in moltissimi paesi… Allora abbiamo pensato che ci tocchi farne un altro”. Il boato è di rito. La band non molla un secondo. Gli highlight di questa seconda serata per me sono ‘The Talisman’, ‘Coming Home’, ‘When The Wild Wind Blows’ e ‘Fear Of The Dark’.
Il pubblico è caldo e inneggia alla band, festeggiando con i Maiden la fine del tour. E’ volata anche questa serata. E’ volato anche questo tour. Bruce incoraggia i più tristi: “Torneremo presto da queste parti”. I Maiden non ci abbandoneranno. Li ritroveremo, e questo ci permetterà di aspettare ansiosi un nuovo album, un nuovo Eddie, un nuovo tour.
La scaletta delle due serate è stata: [‘Doctor Doctor’], ‘Satellite 15... The Final Frontier’, ‘El Dorado’, ‘2 Minutes to Midnight’, ‘The Talisman’, ‘Coming Home’, ‘Dance of Death’, ‘The Trooper’, ‘The Wicker Man’, ‘Blood Brothers’, ‘When the Wild Wind Blows’, ‘The Evil That Men Do’, ‘Fear of the Dark’, ‘Iron Maiden’, ‘The Number of the Beast’, ‘Hallowed Be Thy Name’, ‘Running Free’, [‘Always Look On The Bright Side of Life’].
Up The Irons!!!

Marco Gamba