TFF al numero 1 (e 2) della classifica di iTunes! |
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Giovedì 19 Agosto 2010 08:07
MaZZo
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EMI Italia ci comunica (e noi lo pubblichiamo molto volentieri) che dal giorno della sua pubblicazione ufficiale, il 17/08/2010, The Final Frontier, il nuovo album degli Iron Maiden, è stabilmente ai primi due posti della classifica di iTunes con le sue due versioni: Standard e Deluxe.
La redazione di Eddie's
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APPUNTAMENTO A CODROIPO!!! |
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Sabato 14 Agosto 2010 09:04
MaZZo
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Per tutti gli iscritti a Eddie's e per coloro che visitano il nostro sito, rinnoviamo l'invito a trovarsi dietro il mixer alla fine del concerto di Villa Manin per la tradizionale fotografia ricordo! Non mancate! Up The Irons!
For all Italian and foreign readers of www.eddies.it we'd like to invite you once again to meet behind the mixer at the end of the gig at Villa Manin to have together the traditional photo! Don't forget it! Up The Irons! |
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Intervista a Melvyn Grant |
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Venerdì 13 Agosto 2010 09:17
MaZZo
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Abbiamo intervistato in esclusiva per voi Melvyn Grant, il creatore dell'ultima incarnazione di Eddie (e non solo). Gli abbiamo chiesto di illuminarci sui processi creativi delle sue più recenti opere maideniane: The Final Frontier e Death On The Road.
Registratevi gratuitamente a www.eddies.it e leggete cosa Mel ci ha raccontato!
[ENG] Exclusive interview with Melvyn Grant is now available in Italian and English (follow the link above). If you are not a registered user you have to register (IT'S FREE!)
Buona lettura
La redazione di Eddie's
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Iron Maiden anche su Repubblica |
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Venerdì 13 Agosto 2010 08:17
MaZZo
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Ci segnala il nostro amico Michele che il 12 agosto è uscito su Repubblica (nazionale) un articolo sui nostri beniamini!
Buona lettura e come al solito buona caccia per i collezionisti.
La Redazione di Eddie's
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05/08/2010 - Wacken Open Air |
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Giovedì 12 Agosto 2010 13:28
MaZZo
05/08/2010 - Wacken Open Air
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Wacken. Ogni metalhead conosce, anche solo per sentito dire, questo nome; un nome che trascina con sé un alone quasi leggendario, non solo per le esibizioni dei gruppi che vi prendono parte, ma anche per l'atmosfera che si respira in quella che, per tre giorni l'anno, si trasforma da piccolo villaggio tedesco popolato da poche anime in capitale mondiale del Metal. Se queste sono le premesse, immaginate cosa possa voler dire vivere per la prima volta queste emozioni sulla propria pelle, con un manipolo di amici maiden-fanatici, proprio quando gli headliner della prima serata di festival (denominata non a caso "A night to remember") sono Loro: gli Iron Maiden. I cancelli dell'area festival si aprono verso le tre del pomeriggio; agli Skyline, che ospitano due istituzioni del metal teutonico come Doro ed UDO, seguono il teatrale Alice Cooper ed i glamster Mötley Crüe: degli antipasti niente male, ma noi siamo lì per la portata principale. Dalle casse parte la registrazione di Doctor Doctor degli UFO, e qualcuno inizia a versare le prime lacrime di commozione, cantando a squarciagola quella che potrebbe ormai definirsi la "sigla d'apertura" di ogni concerto maideniano. Dopo alcuni problemi durante l'esibizione dei Mötley Crüe, i maxischermi vengono ripristinati, parte la seconda intro e poi il riff di Adrian: The wickerman ed il concerto hanno inizio. Rimango sorpreso sia da uno stage inusuale (per gli standard maideniani), con un cielo coperto di stelle illuminate come se fossero nello spazio infinito, che per la reazione "fredda" del pubblico teutonico, abituato alla pressa italica... Ma è subito Ghost of the navigator. Inutile dire che la squadra inglese è in forma smagliante, in tutti i reparti. Con Wrathchild, il sospetto diventa realtà: i tedeschi sono un popolo veramente strano, pronti a festeggiare come pazzi nel campeggio, imbottendosi di birra e dedicandosi alle stranezze più efferrate, per poi rimanere praticamente piantati al suolo senza cantare per tutta la durata del concerto (eccetto l'onnipresente body surfing, praticato anche nei momenti di silenzio); ora capisco la predilezione degli Iron Maiden per i pubblici latini.
Continua...
Maiden-mania negli States |
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Giovedì 12 Agosto 2010 11:36
Heavypen
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Sta per arrivare una nuova orda di piccoli Eddie nel paese a stelle a strisce! WizKids/Neca ha annunciato l'uscita in settembre di una nuova maschera di Eddie (Piece Of Mind-style), di un busto di Powerslave, di una statua di Killers e di un intero gioco della serie Heroclix (di cui sono stati già fatti oggetto moltissimi personaggi della Marvel). Il set Heroclix dovrebbe comprendere la bellezza di 8-10 statuine di Eddie in formato mignon e il piano di gioco. Saranno poi venduti altre 10 statuine, singolarmente per completare il gioco. La Maiden-mania sta scoppiando negli State,s a quanto pare!
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Il Friuli: copertina e articolo dedicato ai Maiden |
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Giovedì 12 Agosto 2010 07:38
MaZZo
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Sempre grazie al nostro amico Edi, veniamo a conoscenza di un bell'articolo con tanto di copertina dedicata agli Iron Maiden sul giornale locale Il Friuli.
Appuntamento in edicola a tutti i collezionisti e a tutti quelli che della Vergine vogliono sapere proprio tutto!
La redazione di Eddie's
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Mercoledì 11 Agosto 2010 07:30
MaZZo
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Il sud degli States è meraviglioso e anche senza tutta la pubblicità che ha avuto dal cinema e dalla televisione sarebbe stato una meta di viaggio bellissima. C'e' tutto: la sconvolgente natura delle Everglades e la straordinaria tecnologia di Cape Canaveral. Il sole accecante delle spiagge di Miami e i colori spettacolari dei parchi di Orlando. La strada percorsa non pesa affatto quando si immagina di raggiungere certi posti e si capisce perché il poliedrico batterista degli Iron Maiden, Nicko Mc Brain, abbia scelto di salutare la pur splendida Londra per decidere di vivere nel cosiddetto Sunshine State. A differenza della terra di Albione, Miami ha quell'influenza latina che la rende più vivibile, ha l' anima passionale del sud vestita di uno splendido ed elegante abito del nord. Del resto chi non amerebbe un posto del mondo dove si può stare con maglietta e pantaloncini 365 giorni l'anno? Il Rock'n'Roll Ribs si trova a Coral Spring, poche miglia a nord di Miami. Quando si arriva con l'aiuto del GPS, senza negli States sei davvero perso, lo si nota immediatamente, non solo per i caratteri dell'insegna ma anche perché spicca dagli standard americani che vogliono principalmente le grandi catene di ristorazione a far da cornice alle strade. Purtroppo la globalizzazione ha appiattito la tipicità dei locali e dei negozi, anche nell'architettura. Questo da un lato evita sorprese negative, ma dall'altro cancella anche quelle positive e quella avuta a Coral Spring è stata davvero positivissima. In America i piatti nazionali sono tre: gli arcinoti hamburger e hot dog e le meno conosciute ribs, che altro non sono se non le costolette di maiale spesso condite con salse dolciastre e piccanti. Al Rock'n'roll Ribs si è preferito quest'ultimo come piatto principale arricchendolo comunque con succosi sides (contorni) e altri tipi di carne arrostita. Il posto non è molto grande e questo particolare fa in modo che i conviviali vivano un'esperienza più condivisa soprattutto nell'ambito musicale. Le pareti sono piene, e quando dico piene parlo anche di quelle dei bagni, di cimeli della storia degli Iron Maiden. Premi e Awards di tutti i generi conferiti principalmente a Nicko durante la sua lunga carriera, fotografie e rullanti sparsi ovunque, chitarre, e maschere di Eddie che fanno un po' il verso a tutti gli anonimi e “cheesy” Hard Rock Café del mondo. A concludere la scenografia una batteria con un flatscreen sullo sfondo che manda in continuazione DVD dei Maiden, e di altri geni della musica metal. Dopo la carrellata di emozioni ho conosciuto Nathan, manager del ristorante, un ragazzo davvero speciale. Un sorriso sincero e positività profusa. Abbiamo parlato molto e quando gli ho detto che venivo da DC per vedere il locale quasi si e' commosso, mi ha detto dell'idea di come far partire il locale, della scelta dei menu e della fatica per arredarlo. Abbiamo parlato della clientela che, a dispetto dei pregiudizi, non e' esclusivamente formata da metalheads, tutt'altro. Durante il giorno il locale e' frequentato anche da uomini di affari che preferiscono l'originalità alla piattezza di una catena. Il locale funziona bene e a fine serata si arriva sempre con le scorte al minimo. Dopo la chiacchierata ho preso posto e mi è stato portato il main course: l'Appetite of the Beast vale a dire una costata e mezza di maiale, mezza libbra di maiale e manzo, mezzo pollo, patatine, fagioli, cavoli crudi, pannocchie bollite e pane tostato all'aglio. Il menu parla anche di un antiacido finale che pero non ho voluto... Una vera terzinata delle papille e i sensi sono andati in estasi quando l'udito e la vista hanno percepito che Churchill stava per dare il via alla Aces High del Volo 666. Una vera esperienza a cinque sensi che per un fan dei Maiden diventa a sei quando si va a toccare quella passione che è nell'animo di chi vive per questa arte e di chi sa quanto ragione avesse Stendhal nella descrizione della sua Sindrome che nei tempi moderni non rimane più circoscritta alle sole opere statiche. Forse esagerazione ma del resto “se devi chiederlo non lo saprai mai!” Prima di andare via e complimentarmi ho salutato ancora l'amico Nathan sulle note di Run to the Hills, mentre la mia mente immaginava le vaste praterie del nord e le mie gambe bramavano di percorrerle, ma questa e davvero un'altra storia.
Matteo Narcisi
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20/07/2010 - Washington D.C. - Jiffy Lube Live |
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Martedì 10 Agosto 2010 07:27
MaZZo
20/07/2010 - Washington D.C. - Jiffy Lube Live
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Negli states sono molto diffuse delle venue che chiamano 'pavillion'. Sono una specie di teatri coperti sul soffitto ma aperti ai lati. Qualcosa che in Italia chiameremmo arene ma che non hanno il problema che potrebbe causare una piovuta come quella che è scesa la sera del 20 luglio e che pare abbia funestato diversi Sonisphere in Europa. Insomma, una sorta di Open Air più funzionale, con gli annessi ristoranti fissi, con menu che in America sono ovviamente limitati ad hamburger, hot dog e pizza, e vaste zone relax dove potersi sedere all’ombra. Unico problema di detto tipo di location, è il cosiddetto prato che è sì il più economico, ma si trova troppo in alto rispetto al palco e spesso anche rispetto al tetto e a volte la visuale è totalmente ostruita e si e costretti a vedere lo spettacolo solo dai megaschermi. In ogni caso, sotto tutti gli aspetti, molto meglio del Madison Square Garden di NYC. Il quale a mio parere deluderebbe le aspettative di un europeo che ha già provato Londra. Nonostante il nome altisonante, infatti, il posto è lontanissimo dalle emozioni che può dare l’Earls Court. La venue di New York il giorno dei Maiden era completamente spoglia, non un immagine sugli schermi giganti ne un manifesto fuori che avesse pubblicizzato l’evento che, a dispetto dei vicini, altisonanti e pur belli eventi di Broadway, ha registrato un altro storico sold out. Washington era l’ultima data del tour nordamericano e, considerata la freddezza della gente che abita in questa zona, non mi aspettavo il pienone che c'è stato. I Maiden cominciano ad esserci già dalla performance dei Dream Theater i quali, durante una jam session fatta di piccole cover della Vergine, hanno chiamato sul palco il maestro Adrian il quale si e presentato in borghese tra le grida del pubblico. Unico momento di vero calore durante l'esibizione della band americana che dal vivo convince poco anche i suoi stessi connazionali. Cambio palco abbastanza veloce ed è subito Doctor Doctor... L'Intro: la versione rimaneggiata di 'Mars, Bringer of War', pezzo highlight dell’opera The Planets di Gustav Holst è ancora più potente rispetto a quella usata per il tour AMOLAD più impressionante e l'effetto del primo telone tridimensionale nella storia dei Maiden e l'attacco della riarrangiata The Wicker Man catapulta tutti nella nuova frontiera. La scaletta, a dispetto delle maldicenze, scorre via meglio di qualunque altra scaletta io abbia mai sentito. Unica nota di disappunto va forse all'inserimento di The Reincarnation Of Benjamin Breeg in una posizione in cui senza dubbio stava meglio qualcosa di più veloce e breve, tipo una Rainmaker. E forse la stessa considerazione andrebbe fatta per Wrathchild che stava a questo tour come Fear Of The Dark stava al tour di Somewhere Back In Time. A DC ero praticamente sotto al palco, tanto vicino da vedere le espressioni dei volti e tanto comodo da non patire assolutamente l'onda tipica dei paesi latini. È vero, rimanere fermo su pezzi come The Number Of The Beast è stato faticoso ma di sicuro è stato un prezzo equo se rapportato a quanto detto sopra. I Maiden mettono energia per tutto lo show: Steve è un vero e proprio bagno di sudore, Janick offre la sua chitarra al pubblico che la fa cadere sull'asfalto, Dave tanto preciso da essere quasi noioso, Adrian mai tanto nella parte e Nicko... forget about it! Bruce era in formissima. Ha il tempo di giocare col pubblico, scherzare sulla tanto cara Casa Bianca. Rendere un omaggio a Dio prima di Blood Brothers in un modo più conciso rispetto a NY dove lo aveva anche simpaticamente schernito per l'invenzione delle corna, ma soprattutto la sirena riesce a prendersi in giro da solo quando, durante Running Free, accenna al coretto "IO IOIOIO" dicendo poi: "tranquilli, non ho voglia di rompervi le scatole con questa cavolata…" La chiusura, con il riposizionamento del telone di apertura e la lunghissima attesa prima di Always Look… ha fatto sperare tutti in un piccolo regalo per festeggiare la fine del tour americano, ma alla fine è andata bene cosi, in tutto, anche nella scenografia del palco, bellissima, anche se mancante dell'Eddie dietro le pelli.
Matteo Narcisi |
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12/07/2010 - New York, NY - Madison Square Garden |
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Martedì 10 Agosto 2010 07:06
MaZZo
12/07/2010 - New York, NY - Madison Square Garden
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L'emozione più forte avuta a NY è stato l'ascolto di Hallowed Be Thy Name. Per la prima volta nella mia vita di fan mi sono trovato oltreoceano a vivere una canzone che fino a quel giorno era immaginata all'interno del mondo di epicità che i Maiden hanno creato attorno alla loro figura. Tutte le volte che ascoltavo quella canzone dal vivo ai concerti o in studio con le mie cuffie creavo un mondo lontano. Vedevo una situazione simile al Miglio Verde dove le cose che raccontavano i sei facevano parte della storia. Solo a NY, in una nazione dove la pena di morte esiste ancora, ho realizzato che i Maiden non sono solo epicità. Ma sono epica attuale. Una sorta di contradictio in terminis. Una sineddoche atipica. Un nuovo e strano genere letterario se vogliamo. Dagli spalti, gran parte della gente che vedevo sotto, il grande Madison Square Garden, sentiva davvero quello che gridava. Non era solo un coro fine a se stesso. Hallowed Be Thy Name era una vera preghiera, di gente che sentiva che anche essa avrebbe potuto percorre il corridoio verso il Gallows Pole. E per la prima volta ho capito a fondo. Ho capito che gli Iron Maiden non sono solo i consolatori di serate strane, conforto delle delusioni o compagni di gioie a volte effimere, gli Iron Maiden, per qualcuno nel mondo, sono esorcisti di paure vere e forse la loro importanza , per qualcuno, diventa davvero vitale.
Matteo Narcisi |
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