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La data milanese del Book Tour di Bruce Dickinson, il cantante degli Iron Maiden, era molto attesa. Molto attesa e anche un po’ discussa. Le discussioni si erano concentrate sul prezzo non proprio accessibile del biglietto di ingresso e sulla mancanza dell’opportunità di un incontro diretto con il cantante, al di fuori dal palco, per fotografie e autografi. A posteriori è legittimo chiedersi se siamo rimasti soddisfatti di quanto abbiamo goduto ieri sera al Teatro dal Verme di Milano. E la risposta è a nostro parere positiva (anche se forse il divieto assoluto di fare fotografie poteva essere rimosso per 5 minuti 5). Il parere è positivo perché il pacchetto offerto da Bruce Dickinson non sarà molto flessibile e declinabile da parte dei fan, ma di certo è di qualità e coerentemente in linea con la filosofia del singer di Worksop. Bruce Dickinson è salito sul palco poco dopo le 21 ed ha intrattenuto i presenti, che riempivano circa 3/4 del teatro, con una prima parte completamente biografica, che ripercorre i contenuti del libro. I tempi della scuola, l’espulsione (con tanto di nota finale “La sua lingua è sempre stata la causa delle...), l’università, l’ingresso nei Samson, l’uscita dai Samson e l’ingresso negli Iron Maiden, la gloria degli anni ottanta… A seguire l’uscita dalla band e i picchi di successo dei giorni nostri. Per chi non avesse letto il libro, come per chi ne conoscesse ogni riga, lo spettacolo è stato assolutamente godibile. Bruce ha sfoderato le sue doti di istrione e la verve attoriale dei giorni migliori, ironicamente ripercorrendo le sue straripanti scelte in fatto di pantaloni (“Dovevo rivaleggiare con le perfetta gambe scolpite di Steve Harris…”), le scorribande del college, gli sventurati incontri teutonici durante il primo tour degli Iron Maiden. Inoltre c’è stato anche qualche segnale di ciò che possiamo aspettarci nel futuro sia in campo discografico (“Ho in mano i demo per un disco solista che prima o poi arriverà”), sia in campo cinematografico (“Sto cercando i soldi per produrre un film dedicato a ‘On A Pair Of Silver Wings’ di James Holland”). Dopo una breve pausa in cui sono state raccolte le domande degli spettatori, Bruce Dickinson è tornato sul palco ed ha fornito le risposte ad una serie di domande da lui selezionate (“In ogni spettacolo, ci sono centinaia di persone che chiedono se suoneremo ‘Alexander The Great’, e non sarebbe molto interessante leggerle tutte”). Ciliegina sulla torta, Bruce che, in ultimo, intona l’inizio di ‘Revelations’! E tutti a casa contenti con una copia autografata del libro (consegnataci all’ingresso).
Per coloro che avrebbero voluto un contatto diretto, un autografo personalizzato e una fotografia, rimandiamo a ciò che ci ha spiegato Bruce: “Esibirsi a una certa età e avere una voce in buona forma, richiede una certa disciplina”. Per dare tutto sul palco, fuori dal placo bisogna fare delle scelte.
Ringraziamo il nostro amico di lunga data Andrea Manzi per averci prestato un paio di suoi scatti.
Ringraziamo anche un compare sconosciuto che ha caricato su Youtube un video interessante degli ultimi istanti della serata (https://www.youtube.com/watch?v=r2WbxW6CqW0)
La redazione di Eddie's
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