Bucket & Co - Guitars, Beers and Tears (CD) - 2010 |
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Martedì 30 Novembre 2010 07:54
Heavypen
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Fin dalle prime note di questo album si capisce che siamo di fronte ad un disco suonato in modo eccellente e ben prodotto. La titletrack è un pezzo vibrante e che si colloca in un contesto hard rock con venature blues estremamente godibili. Attacca un po' alla Uriah Heep, ma si lascia andare poi a sonorità classicamente hard rock. 'Girl Of My Dreams' vede alla voce Spike dei Quireboys.
Si tratta di una ballad molto intensa ed orecchiabile che riporta alla produzione degli FM. Un pezzo molto godibile. 'Make Up Your Mind' è il brano inedito in cui possiamo ascoltare Adrian Smith come singer, dopo molto tempo. Il brano ci propone un Adrian sempre in gamba dal punto di vista vocale. Come se Silver and Gold fosse uscito ieri. La song è anch'essa in linea con il disco degli A.S.A.P., ma si giova degli assoli ispirati di Dave Coldwell e del rinnovato sodalizio Coldwell/Smith in fase di songwriting. 'Somebody To Love' è un brano che potrebbe essere estratto da un disco di blues e ci riporta ad atmosfere più dolci con la vellutata voce di Robert Hart dei Bad Company. Il pezzo è firmato da Bucket e Tommy Lee James. La successiva 'Why You Call' riporta alle sonorità dei tipici singer/songwriter americani, un po' alla Springsteen un po' alla 'Reach Out'. L'interpretazione vocale è del bravo Edwin Mc Cain. Si cambia voce con Steve Conte dei NY Dolls che interpreta 'If You Need Me', un brano di rock radiofonico, suonato e prodotto ancora con maestria. Nel finale il brano si carica di intensità e ci riconduce al rock americano più classico nella sua visione bucketiana. 'Reach Out', storica b-side dei Maiden firmata da Coldwell ormai molti anni fa, compare qui rinverdita da una nuova produzione. Adrian sempre valido alla voce e Lauren Harris, la figlia di Steve, ai cori. Beh, una bella foto di gruppo di un pezzo della Maiden-family! Il brano successivo 'I’d Lie To You' è segnato dalla voce graffiante di Spike e sembra un passaggio riuscito dei Quireboys di A Bit Of What You Fancy. 'Survive' corre tra armoniche e chitarre e si poggia molto sulla interpretazione di Mc Cain. Il pezzo ricorda un po' alcuni passaggi degli Extreme e non è fra quelli che a mio parere lascia il segno, sebbene il giro di chitarra sia affascinante e il virtuosismo di Coldwell intervenga, benefico, in diversi passaggi. Se vi piacevano i Thunder, amerete la successiva 'Life'. Alla voce proprio l'ex-Thunder Danny Bowes che interpreta da par suo una valida composizione di Bucket. L'album si chiude con due composizioni del solo Colwell. La prima, 'Why Can’t It Be' vede alla voce Seth Romano. Si tratta di una canzone vellutata, con atmosfere molto soft. Una ballad tagliata sulla voce del singer dei The Shrill. L'ultima traccia è 'Hey Mr. Nobody', cantata dallo stesso Bucket e con Lauren Harris ai cori. Il brano non lascia il segno ma non è nemmeno malaccio. Il disco nel suo complesso è valido, con alcuni picchi compositivi e esecutivi, ma strumentalmente sempre a livelli molto alti. La scelta di avere molti singer ospiti alla fine paga. Le canzoni sono molto varie e ben calzate dal protagonista vocale di turno. Dopo tanta attesa, il disco non delude e Dave Colwell può certamente metterne in cantiere un secondo.